Pensieri

La mia strada non è sempre stata in salita. E’ stata buia, dissestata, puzzolente. Qualche volta è rotolato giù anche qualche masso. O un asteroide.

Vorrei alzarmi una mattina e  prendere in mano quel risveglio, quella mattina, la vita. Ma…

–  Milla miglia da percorrere e sono ancora qua a scegliere le scarpe da mettere.

–  Se la gente si conoscesse TUTTA, quanti rapporti nascerebbero? E quanti suicidi in più?

–  Guardo al passato solo per costruire il presente. Ma cerco sempre di restare abbastanza orbo.

–  Prego affinché nessun Dio mi guardi.

–  Sono un drogato di malinconia. Vicino all’overdose.

–  Fosse vero che i defunti ci guardano dall’alto sto facendo una grande figura di merda.

–  Sembrano tutti felici con i soldi in tasca. Non so, non ho mai provato l’ebbrezza.

– Preferisco evitare i telegiornali. Se non lo facessi diventerei ipocondriaco. Con tendenze suicide.

– Odio i funerali. Troppa gente che piange, troppa gente che ride. Troppa gente.

Provo piacere nel vedere quante persone sono uscite dalla mia vita. Amo i paesaggi incontaminati, quelli liberi da ogni bruttura.

Tagli agli onorevoli stipendi. Il parlamento tuona: “Questo matrimonio non s’ha da fare”

Una barzelletta: surreale, grottesca, assurda. Sicuramente poco divertente. Dev’essere per forza una barzelletta.
Se così non fosse, l’italiano, quello medio, basso, brutto, ma anche quello un pochino più alto, più aitante, più bello, avrebbe armato una piccola ribellione.
Nella migliore delle ipotesi avrebbe manifestato, si sarebbe arrabbiato contro una barzelletta tanto scadente.

Eppure, non è accaduto nulla. – Come al solito – dirà qualcuno, – magari si stanno ancora mettendo d’accordo – dirà qualcun altro. L’ottimismo, il profumo della vita.

Il parlamentare che è andato a leggere la manovra ha notato qualcosa di strano. Qualcosa di pericoloso. Una seria minaccia.
Già, perché qualcun altro, in questo caso il Premier-Prof o tecno-Prof che dir si voglia, ha decretato l’adeguamento degli stipendi dei parlamentari, in linea con quelle che sono le retribuzioni dei colleghi europei.

Supponiamo che questa lettura sia avvenuta in parlamento in seduta comune:
La riunione inizia con qualche minuto di ritardo, colpa di un’altra barzelletta, raccontata da un comico ferito da fuoco amico, poco tempo fa. Diversi parlamentari perdono tempo per spiegarla ad un consigliere regionale di specie ittica. Qualche dubbio però lo lacera ancora.

Il Presidente della Camera comincia facendo un doveroso preambolo per chi siede all’interno del parlamento solo fisicamente lasciando spesso e volentieri campo libero ai pensieri: – Siamo qui riuniti oggi per discutere… blablabla
All’interno dell’aula il tempo è sereno. Si chiacchiera, si ride, c’è qualcuno che dorme, un altro gioca al Game Boy. Un clima gioviale, insomma.

Il Presidente continua: – Siamo in un periodo di crisi, bisogna che tutti si sacrifichinoblablabla – nel frattempo il deputato che giocava al Game Boy esulta per aver superato il livello, c’è chi lancia caccole, chi le prende al volo e le mangia.
– …nella manovra, il Presidente Mario Monti ha implicitamente chiesto il progressivo livellamento degli stipendi dei parlamentari italiani a quelli europei. –

Nessuna reazione. Si pensa ad uno scherzo.
Il presidente si ferma, attende qualche secondo e rilegge, scandendo bene ogni singola parola.
Cala il gelo.
Qualcuno squarcia il silenzio urlando: – Presidente, ci scusi, d’ora in poi faremo silenzio, però ora legga solo le cose vere. Le assicuro che staremo attenti. –

Il Presidente, con una lacrima che gli riga il volto, scuote la testa: – E’ tutto vero. –
Il panico ha ormai pervaso ogni singolo deputato, ogni consigliere regionale, ogni titolare di un qualche piccolo privilegio, di una qualche piccola agevolazione.
Dai banchi centrali in alto partono pernacchie, si odono diverse parolacce, quello con il Game Boy se ne priva, non a cuor leggero, lanciandolo verso il presidente della camera che si butta a terra schivandolo. Dai banchi sulla destra si alzano cori che gridano alla vergogna, quelli sulla sinistra optano per lo scandalo.
Ci si azzuffa per l’evidente differenza di vedute.
Una frattura insanabile, si dirà.

Una barzelletta? Probabilmente nella forma. Perché la sostanza è questa. I Parlamentari italiani non vogliono un taglio dello stipendio e combatteranno affinché una cosa del genere non avvenga mai.

Poco tempo fa, l’Onorevole Giuseppe Castiglione dichiarava:
Ho ridotto da 15 a 9 gli assessori, ho tagliato dieci dirigenti, risparmiato 1 milione in collaborazioni esterne. Lasciando Strasburgo ho rinunciato a 12 mila euro al mese, ora ne guadagno 6.400. Dovrei tagliare pure quelli?

Se lo faccia dire, Onorevole: Lei è un vero eroe.

“Cambia l’orchestra ma la musica è sempre la stessa”

Chi se lo aspettava? Chi se lo aspettava un professore così cattivo, cinico, insensibile?
Capirai – hanno pensato tutti – un uomo così preparato, così lontano dalle logiche di partito farà sicuramente una manovra equa, giusta, solidale con tutte le parti sociali, coraggiosa. Coraggiosa.
Ecco, fin dall’insediamento di Monti, “manovra coraggiosa” è divenuto il leitmotiv dei media italiani; Hanno abusato dell’inciso, l’hanno massacrato fino ad arrivare a svilirlo. Forse per questo nella manovra, di coraggio non c’è traccia, forse c’è ma non siamo più in grado di vederne. Almeno non ad occhio nudo.

Tutta colpa dei media e della loro fame di speranza, di futuro, di novità, quelle che fanno scrivere gli articoli.
Ci hanno raccontato di imprese leggendarie, condite da frasi ad effetto pregne di aggettivi mirabolanti; hanno fatto diventare un personaggio, che probabilmente l’italiano medio e anche quello un po’ più alto neanche conoscevano, un eroe, anzi, L’eroe. D’Italia e d’Europa.

L’eroe dei due mondi insomma. No, quello era un altro. Un altro tipo di eroe, non così tecnico.
Non è durata tanto, tutta questa speranza si è estinta subito. Un mese ed è finito l’idillio.
Ma sì, perché non è il momento della speranza, non è il momento di sognare;
Monti, in questo momento, deve vendere solo solide realtà. In barba a Roberto Carlino e ai suoi spot.

Meglio non divagare.

Leggiamo il bollettino:
– Tagli al welfare, con ferite profonde sui disgraziati possessori di una casa e sulle loro pensioni;
– lievi escoriazioni per i ricchi e i loro yacht;
– carezze e coccole per gli evasori fiscali;
– la Chiesa e i suoi possedimenti stanno bene. Immacolati.

Chi se lo aspettava?
Se lo aspettavano in pochi probabilmente un tecnico così poco tecnico e così tanto politico.

Qualcuno obietta che non poteva fare altrimenti, che urge liquidità, che riforme e sacrifici del genere sono l’unica strada percorribile. Giusto, ma anche il buonsenso non sarebbe stato sgradito.
Un determinato strato di popolazione piangerà per questa manovra, un altro banchetterà, come fa ormai da tempo.

Tecnici, politici, professori, verrebbe da dire: ”Cambia l’orchestra ma la musica è sempre la stessa.”

Attendiamo il prossimo salvatore della patria, concetto ricorrente che a quanto pare non sazia mai la pancia dell’italiano.

Qualcuno comincia ad essere sovrappeso, ma niente paura, qualcosa si taglierà anche lì.