Impegni

Mentre gioca a calcetto con Francesco e i suoi amici, fa l’amore con Agnese facendo anche l’amore con Maria Elena in stanze separate e distanti un paio di città, interrompendo solo un paio di minuti per una telefonata a Vladimir, con il numero privato che altrimenti col cavolo che avrebbe risposto.

Nel mentre con la mano destra stringe la sinistra di Silvio, ma con il pollice e l’aiuto del Codice Morse che Tiziano gli aveva insegnato quando si gio’ava a carte in bisca, parla con Oscar di flexsecurity non capendo poi tanto già da stocazzo di nome straniero.

Con la mano sinistra rimasta parzialmente occupata dall’Iphone con Twitter aperto, strumento con cui è solito fare foto di facce simpatiche che poi cancella, indica Susanna, Maurizio e i loro cazzo di Articoli, “18181818 mai nessuno che si fa li cazzi sua,” come i responsabili maggiori dello sfascio del campetto della parrocchia di Comunione e Liberazione sotto casa.

Col piede destro, fa un paio di serpentine scartando alla partita del cuore organizzata da Gino, qualche gufo rosicone che cercava di fargli la cacca addosso. “Tie’, beccati questo!“
Con il ginocchio destro, indipendente dal piede più della Padania, fa palleggi con i cartoccetti di carta dei grandi progetti che vorrebbe portare a termine: Tav, Ponte sullo Stretto e la pace nel mondo, nel mondo delle correnti del Partito.

L’arto inferiore sinistro, che avrebbe tanto voluto amputare a favore di un ginocchio più liberista, è impegnato a portare Angelino a spasso evitando così di esporlo a figuracce che non siano più gravi delle macchie di gelato sulla camicia che ogni volta si fa.

Ora ditemi se c’è spazio per argomentazioni frivole come il riconoscimento dei diritti civili, norme di contrasto all’evasione fiscale e altre amenità.

Dovete essere onesti.
Matteo-Renzi

Basta

Per evitare i deliri annuali dei complottisti esiste una soluzione democratica, pacifica, civile che non implichi la già sperimentata mancata accensione del computer per un paio di giorni?

Non mi ritengo una persona esigente, vorrei solo risparmiarmi la mole di puttanate che sono costretto a leggere ogni undici settembre.

Lo scrivo il tredici perché si sente ancora l’eco.