C’è un momento nella vita che pensavo non arrivasse mai.
L’ho rimandato, l’ho scansato, l’ho evitato ma alla fine è arrivato lo stesso.
E’ il momento in cui ho cominciato a mangiare la verdura quasi volentieri, in cui i broccoletti alla fine non mi sono sembrati così terribili, la bieta è arrivata ad essere commestibile e le melanzane… no, quelle no, fanno ancora schifo.
Un’inezia in confronto alla scelta dell’ombrello: questi giorni io, Matteo Zocchi, ho SCELTO l’ombrello grande, quello di papà.
E sottolineo “scelto”, perchè se tempo fa ci fosse stato il diluvio universale, con l’arca di Noé che faceva a gara con lo yacht di Briatore sulla Nomentana, e se l’ombrello grande fosse stato l’ultimo disponibile, io, Matteo Zocchi, sarei uscito senza. Con serenità. Perchè l’ombrello grande era troppo grande, era scomodo.
Dulcis in fundo: mia sorella. Che mi accusa di pensare solamente a farle fare i compiti invece di farle le coccole. A me, Matteo Zocchi, i compiti.
Insomma, invecchio?