Eppure

E’ giusto che Roma torni alla destra che tanto bene ha fatto nel quinquennio Alemanno.

Alfio Marchini, trovato dopo dopo due anni di vagabondaggio alla ricerca del Campidoglio, probabilmente neanche stavolta riuscirà ad arrivare sullo scranno centrale dell’Aula Giulio Cesare. Avrebbe potuto far bene, lo dimostrano questi due anni di duro lavoro e presenza per Roma.
I cinque stelle, capitani coraggiosi, si sono incardinati da statuto in regole ottime che gli permetteranno di non vincere. Cosa che desiderano ardentemente, peraltro.
La compagna Giorgia Meloni, invece, pronta con la sua squadra(ccia) sta scaldando i motori di tutte le macchina in doppia fila, la sua e di tutti gli assunti con parentopoli durante la giunta precedente.

Ah la capitale la spostiamo a Milano perché con l’Expo ha dimostrato che si possono fare grandi cose senza infilitrazioni mafiose di alcun genere.

Eppure quant’è bella ‘sta città.

Statemi vicino

Sembrava un giorno come tanti.
E invece era peggio.

La tredicenne con cui condivido sangue, famiglia e appartamento afferma convintamente di voler andare al suo primo concerto.

Piatti che cadono, ginocchia che cedono, confusione e smarrimento, sudore, buio.
Bicchieri d’acqua e pacche sulle spalle rassicuranti salvano la dinastia Zocchi dalla prematura estinzione.
Lo shock è grande ma il buonsenso vincerà.
Come no

La trattativa ve la risparmio ma, chiaramente, qualche sconfitto ci doveva essere.
Da semplice autista ad accompagnatore il passo è stato breve: il 14 maggio sarò al concerto dei, nientepopodimeno, “5 Seconds Of Summer”.

Acronimo molto evocativo: “5 SOS”. Sicuramente parte dei 1000 che ho provato invano a lanciare alla NATO per bombardare la stanza della cara sorella.

Dopo averli ascoltati ho rivalutato la morte.
Che sarà una piacevole carezza rispetto alle orde di bambine urlanti e impazzite al cospetto di cotanta arte.

Statemi vicino, la vita sa essere dura.

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Terribile

«La ludopatia non è solo un fenomeno sociale, ma è una vera e propria malattia, che rende incapaci di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse. Può portare a rovesci finanziari, alla compromissione dei rapporti e al divorzio, alla perdita del lavoro, allo sviluppo di dipendenza da droghe o da alcol fino al suicidio».

Lo scorso anno gli italiani hanno speso al gioco 85 miliardi di euro.

Il settore del gioco d’azzardo, soprattutto in tempi di crisi, frutta e il governo
ci investe: nella prossima legge di stabilità, infatti, è stato inserito un bando per 22 mila nuove sale giochi.

Uno Stato imprenditore delle disgrazie.
Terribile.1

Io vaccino

E’ notte fonda in biblioteca.
Nessuno a controllare che tutto vada bene, è sicura, è ordinata, c’è quiete.
Scaffali orizzontali si prestano come base per quelli verticali, fino a raggiungere il soffitto.
Grattacieli di conoscenza.

Arte, Storia, Società, Etica: lo scibile umano, raccolto e catalogato.
Secoli di lavoro ma ne è valsa la pena, tutto è perfetto.

Due linee continue ai lati del pavimento arredano il corridoio centrale, spoglio di libri.
All’apice si staglia uno scaffale illuminato di una luce diversa, più tiepida, rassicurante.

Pieno di libri rilegati in copertine colorate, con la stoffa dei segnalibri a far capolino.

Ne apro uno, dal titolo: “Non è una Taverna“, mi ispira.
Si apre così, con una citazione attribuita a Ippocrate: “Esistono soltanto due cose: scienza ed opinione; la prima genera conoscenza, la seconda ignoranza“.

E’ il libro giusto, penso.

PROLOGO
Quand’è che abbiamo cominciato ad avere un’opinione su tutto?
Lecito, per carità. E’ sintomo di approfondimento, di attenzione ai problemi, di voglia di conoscenza.
Epperò.

Ci sono argomenti, però, su cui è altamente consigliabile, eufemisticamente parlando, non dire la propria soprattutto quando oramai, la scienza e il suo metodo, hanno fatto il proprio dovere e, (soprattutto?), si riveste un ruolo sociale importante. (Che so, parlamentare della Repubblica)
La scienza è uno di questi.

CAPITOLO 1
– “Tutti si sentono in diritto, in dovere di parlare di cinema. Tutti parlate di cinema, tutti parlate di cinema, tutti! Parlo mai di astrofisica, io? Parlo mai di biologia, io? Parlo mai di neuropsichiatria? Parlo mai di botanica? Parlo mai di algebra? Io non parlo di cose che non conosco! Parlo mai di epigrafia greca? Parlo mai di elettronica? Parlo mai delle dighe, dei ponti, delle autostrade? Io non parlo di cardiologia! Io non parlo di radiologia! Non parlo delle cose che non conosco!” –

CAPITOLI 2-23
E’ un attentato alla salute pubblica predicare contro i vaccini.
E’ un attentato alla scienza.
E’ un attentato alla ragionevolezza.
E’ un attentato al buon senso.
E’ un attentato alla Politica.
E’ un attentato ai secoli di scibile umano raccolti in questa biblioteca.

EPILOGO
L’Onorevole Paola Taverna del Movimento 5 Stelle è pregata di rettificare al più presto e di non prestarsi, per raccattare due voti in più, a fare da megafono al movimento anti-vaccinazioni che fa ogni giorno danni irreparabili.

Ripongo il testo al proprio posto, soddisfatto.
Esco, con la speranza, un giorno, di incontrare il popolo del web e i suoi esponenti, qui dentro.

#‎iovaccino‬ ‪#‎noalladisiformazione‬

E ora?

Ignazio Marino ha formalizzato le proprie dimissioni.
Mi dispiace.

Durante questi due anni e mezzo non ho condiviso alcune scelte della giunta, tra occasioni mancate ed errori di calcolo, ma è stata un’esperienza portatrice di discontinuità con quel recente passato che rappresenta quanto di più nero e triste questa città possa offrire.
Malagrotta, i camion bar, la battaglia a cartellopoli, una certa visione sul tema dei rifiuti, ai miei occhi sono risultati enormi.
Il mandato non doveva finire così, dopo così poco tempo.

Mi dispiaccio anche per tutti gli amministratori municipali che ho avuto modo di incontrare e di conoscere.
La futura classe dirigente che viene invocata-evocata era/è qui e stava lavorando.

Tralasciando poi la memoria a breve termine della destra e dell’elettore di destra (che comincio a temere non lo faccia apposta), mi mortifica la mancata levata di scudi della sinistra contro una campagna stampa orchestrata dal solito sensazionalismo da operetta, per una vicenda che ne prende appieno i tratti.

E ora, chissà.
Dalle macerie, ricostruiremo?

Not in my name

Come è misero il paese in cui viene picchiato un ragazzo disabile su un autobus.
Come è misero il paese in cui viene legato ad un albero, fotografato e postato sui social un altro diversamente abile.
Come è misero il paese il cui parlamento è costantemente teatro di sconci teatrini da scuola media.
Come è misero il paese che tollera al proprio interno partiti antidemocratici, xenofobi, misogini.
Come è misero il paese la cui informazione cavalca l’onda dell’indignazione perenne, sottacendo o eludendo l’analisi reale.
Come è misero il paese il cui dibattito pubblico è azzerato su posizioni di “sì” o “no”.
Come è misero il paese in cui un’enormità di uomo, Pietro Ingrao, diviene oggetto, alla propria morte, di contendimento tra fazioni.
Come è misero il paese in cui le notizie si creano tramite scherzi telefonici.
Come è misero il paese la cui politica ha spostato il proprio raggio d’azione al salotto televisivo.
Come è misero il paese a cui piace tanto lamentarsi, scontrarsi, tifare.
Come è misero il paese che per colmare l’atavico bisogno di leadership e capri espriatori ha sacrificato la voglia di fare, di mettersi in gioco.
Come è misero il paese che ha bisogno della tragedia per accorgersi di qualcosa, di qualcuno.

A questo schifo io non posso rassegnarmi.

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