Buone feste

Coma va?
Quanti superstiti?
Sedete ancora a tavola?
Panettone e pandoro nel latte e torrone ad ogni ora del giorno?
Vostra nonna/mamma/zia neanche quest’anno ha badato al vostro colesterolo?
Avanzi a oltranza per una settimana e più, con cappelletti in brodo trangugiati anche a merenda?
Grandinate di qualunquismi nei discorsi inter parentes?
Tombola sanguinosa con urla e vendette? Nel mentre assaggini di pistacchi e frutta secca dei quali non avresti bisogno ma che comunque non ti puoi negare?

Quest’anno me la sto godendo.
Buone feste a tutti!

Sommessamente

Sommessamente: che in Italia una grande opera, un grande evento, una cosa bella non si debba più fare per paura di infiltrazioni e solite porcate a me non piace.

Si può discutere sul tempismo, si può discutere sull’affidamento della manifestazione a personaggi come Malagò, si può discutere di tutto, ma la disillusione, la resa, la rassegnazione, per favore, lasciamola a qualcun altro.

L’Italia del malaffare la voglio affrontare non schivare.

Silenzio

Alla luce di quello che sta venendo fuori dall’inchiesta “Mafia Capitale” volevo sottolineare il silenzio assordante di quelli che si sperticavano in analisi apologetiche sui fatti di Tor Sapienza, di quelli delle marce della legalità apoliticheuuh signoramia, apolitiche!– , di quei partitini da zero virgola che hanno fomentato l’onda, di quei partiti da tre virgola che l’onda l’hanno cavalcata, di quelli che “io nun so’ politica, nun te permette“, di quelli che “aiutiamoli a casa loro che non ci sono i soldi“, di quelli della legalità a fasi alterne, anzi, a razze alterne, di quelli che “ha ragione la Lega“, di quelli dalla memoria corta, di quelli che memoria non hanno ma comunque rimpiangono, di quelli che ti accusano di buonismo, di mondialismo, se non difendi la Patria Nostra da certe vergognose commistioni, di quelli che gli italiani brava gente.

Se riuscite a guardarvi allo specchio a me poco importa, quello che mi importa è come vi guardo io.
Io vi guardo con tutto il disprezzo che meritate.

Ora

Roma è una giungla di nervosismi.
Le feste alle porte, infanticidi strillati e sbattuti ovunque, i soldi che mancano, “mafia capitale“, gli addobbi inguardabili, Salvini, la crisi, Carminati, il traffico decuplicato, Buzzi, gli autobus assenti, Alemanno, i regali: – ah che palle i regali, Odevaine, i babbi natale: in diminuzione ma temo sia solo presto, tangenti, – chefaiacapodanno?, appalti truccati, i canditi, Storace e simili, la neve finta, una parolina sulle altre cooperative?, il presepe, Riccardo Mancini, ricostruzioni di verginità.

Ora, per il Natale non possiamo far nulla e al di là delle controindicazioni ogni anno ci troviamo inevitabilmente a ciondolare sulle note di Jingle Bells.
Per il resto, checché ne pensi e urli qualcuno c’è la Politica.