Una barzelletta: surreale, grottesca, assurda. Sicuramente poco divertente. Dev’essere per forza una barzelletta.
Se così non fosse, l’italiano, quello medio, basso, brutto, ma anche quello un pochino più alto, più aitante, più bello, avrebbe armato una piccola ribellione.
Nella migliore delle ipotesi avrebbe manifestato, si sarebbe arrabbiato contro una barzelletta tanto scadente.
Eppure, non è accaduto nulla. – Come al solito – dirà qualcuno, – magari si stanno ancora mettendo d’accordo – dirà qualcun altro. L’ottimismo, il profumo della vita.
Il parlamentare che è andato a leggere la manovra ha notato qualcosa di strano. Qualcosa di pericoloso. Una seria minaccia.
Già, perché qualcun altro, in questo caso il Premier-Prof o tecno-Prof che dir si voglia, ha decretato l’adeguamento degli stipendi dei parlamentari, in linea con quelle che sono le retribuzioni dei colleghi europei.
Supponiamo che questa lettura sia avvenuta in parlamento in seduta comune:
La riunione inizia con qualche minuto di ritardo, colpa di un’altra barzelletta, raccontata da un comico ferito da fuoco amico, poco tempo fa. Diversi parlamentari perdono tempo per spiegarla ad un consigliere regionale di specie ittica. Qualche dubbio però lo lacera ancora.
Il Presidente della Camera comincia facendo un doveroso preambolo per chi siede all’interno del parlamento solo fisicamente lasciando spesso e volentieri campo libero ai pensieri: – Siamo qui riuniti oggi per discutere… blablabla –
All’interno dell’aula il tempo è sereno. Si chiacchiera, si ride, c’è qualcuno che dorme, un altro gioca al Game Boy. Un clima gioviale, insomma.
Il Presidente continua: – Siamo in un periodo di crisi, bisogna che tutti si sacrifichino…blablabla – nel frattempo il deputato che giocava al Game Boy esulta per aver superato il livello, c’è chi lancia caccole, chi le prende al volo e le mangia.
– …nella manovra, il Presidente Mario Monti ha implicitamente chiesto il progressivo livellamento degli stipendi dei parlamentari italiani a quelli europei. –
Nessuna reazione. Si pensa ad uno scherzo.
Il presidente si ferma, attende qualche secondo e rilegge, scandendo bene ogni singola parola.
Cala il gelo.
Qualcuno squarcia il silenzio urlando: – Presidente, ci scusi, d’ora in poi faremo silenzio, però ora legga solo le cose vere. Le assicuro che staremo attenti. –
Il Presidente, con una lacrima che gli riga il volto, scuote la testa: – E’ tutto vero. –
Il panico ha ormai pervaso ogni singolo deputato, ogni consigliere regionale, ogni titolare di un qualche piccolo privilegio, di una qualche piccola agevolazione.
Dai banchi centrali in alto partono pernacchie, si odono diverse parolacce, quello con il Game Boy se ne priva, non a cuor leggero, lanciandolo verso il presidente della camera che si butta a terra schivandolo. Dai banchi sulla destra si alzano cori che gridano alla vergogna, quelli sulla sinistra optano per lo scandalo.
Ci si azzuffa per l’evidente differenza di vedute.
Una frattura insanabile, si dirà.
Una barzelletta? Probabilmente nella forma. Perché la sostanza è questa. I Parlamentari italiani non vogliono un taglio dello stipendio e combatteranno affinché una cosa del genere non avvenga mai.
Poco tempo fa, l’Onorevole Giuseppe Castiglione dichiarava:
– Ho ridotto da 15 a 9 gli assessori, ho tagliato dieci dirigenti, risparmiato 1 milione in collaborazioni esterne. Lasciando Strasburgo ho rinunciato a 12 mila euro al mese, ora ne guadagno 6.400. Dovrei tagliare pure quelli? –
Se lo faccia dire, Onorevole: Lei è un vero eroe.
L’argomento trattato non è piacevole, ma la verve di sottofondo si sente eccome, quindi un sorriso m’è scappato! Bello.
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