“Cambia l’orchestra ma la musica è sempre la stessa”

Chi se lo aspettava? Chi se lo aspettava un professore così cattivo, cinico, insensibile?
Capirai – hanno pensato tutti – un uomo così preparato, così lontano dalle logiche di partito farà sicuramente una manovra equa, giusta, solidale con tutte le parti sociali, coraggiosa. Coraggiosa.
Ecco, fin dall’insediamento di Monti, “manovra coraggiosa” è divenuto il leitmotiv dei media italiani; Hanno abusato dell’inciso, l’hanno massacrato fino ad arrivare a svilirlo. Forse per questo nella manovra, di coraggio non c’è traccia, forse c’è ma non siamo più in grado di vederne. Almeno non ad occhio nudo.

Tutta colpa dei media e della loro fame di speranza, di futuro, di novità, quelle che fanno scrivere gli articoli.
Ci hanno raccontato di imprese leggendarie, condite da frasi ad effetto pregne di aggettivi mirabolanti; hanno fatto diventare un personaggio, che probabilmente l’italiano medio e anche quello un po’ più alto neanche conoscevano, un eroe, anzi, L’eroe. D’Italia e d’Europa.

L’eroe dei due mondi insomma. No, quello era un altro. Un altro tipo di eroe, non così tecnico.
Non è durata tanto, tutta questa speranza si è estinta subito. Un mese ed è finito l’idillio.
Ma sì, perché non è il momento della speranza, non è il momento di sognare;
Monti, in questo momento, deve vendere solo solide realtà. In barba a Roberto Carlino e ai suoi spot.

Meglio non divagare.

Leggiamo il bollettino:
– Tagli al welfare, con ferite profonde sui disgraziati possessori di una casa e sulle loro pensioni;
– lievi escoriazioni per i ricchi e i loro yacht;
– carezze e coccole per gli evasori fiscali;
– la Chiesa e i suoi possedimenti stanno bene. Immacolati.

Chi se lo aspettava?
Se lo aspettavano in pochi probabilmente un tecnico così poco tecnico e così tanto politico.

Qualcuno obietta che non poteva fare altrimenti, che urge liquidità, che riforme e sacrifici del genere sono l’unica strada percorribile. Giusto, ma anche il buonsenso non sarebbe stato sgradito.
Un determinato strato di popolazione piangerà per questa manovra, un altro banchetterà, come fa ormai da tempo.

Tecnici, politici, professori, verrebbe da dire: ”Cambia l’orchestra ma la musica è sempre la stessa.”

Attendiamo il prossimo salvatore della patria, concetto ricorrente che a quanto pare non sazia mai la pancia dell’italiano.

Qualcuno comincia ad essere sovrappeso, ma niente paura, qualcosa si taglierà anche lì.

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