Se non ci fosse stato l’incendio probabilmente il TMB starebbe ancora infestando l’aria del municipio e dei territori limitrofi.
Siamo una città paralizzata, immobile, schiava degli eventi, ormai sempre negativi.
L’incompetenza della Sindaca Raggi è tutta qui: amministra -male- l’esistente senza alcuna visione strategica rimanendo in balia della corrente.
Un Campidoglio che, quando è in grado, fa il compitino, sempre più grottescamente (tra pulizie di foglie nei marciapiedi ed erbacce negli spartitraffico) e lo comunica in pompa magna ai cittadini.
In tutto ciò si continua a fare il gioco delle tre carte con i nomi di partecipate e assessorati.
C’è da prendere invece atto che la situazione rifiuti è tragica e il Tmb ne è solo un paradigma: anni di danni e grida di aiuto, l’impianto va a fuoco e ancora dopo mesi siamo agli annunci e ai comunicati.
Alla Regione Lazio che, surrogando, sollecita la Sindaca ed AMA a fare atti concreti per riconvertire l’area si risponde col silenzio.
Con le percentuali di raccolta differenziata e raccolta porta a porta totalmente inadeguate alle risposte che servirebbero, Roma ha bisogno di impianti industriali adeguati nei quali lavorare i rifiuti che i cittadini producono ed interventi lungo tutta la filiera (dalla selezione all’avvio, al riciclo, dal recupero energetico, allo smaltimento).
Il progetto dei quattro ecodistretti nei quattro quadranti della città che la vecchia amministrazione aveva pensato davano l’opportunità di fare del rifiuto urbano una risorsa. Lo si riprenda in mano e la si smetta di rincorrere utopie irrealizzabili.
È arrivato il momento della concretezza, Roma è in ginocchio.
Si trovi il coraggio di affrontare la situazione oppure si vada a casa.