Faccio parte di quei migliaia di giovani che hanno avuto la fortuna di svolgere un anno di Servizio Civile.
Un anno fondamentale nel quale abbiamo impiegato il nostro tempo e le nostre energie per collaborare con quelle realtà che aiutano la nostra città, il nostro territorio e la nostra comunità ad essere ogni giorno migliori, più inclusivi, più giusti, più umani.
Proprio per questo ho deciso ci scrivere un piccolo contributo per la piattaforma di Piazza Grande, spiegandone i pregi e le necessità, raccontando perché sia un’esperienza da preservare e ampliare;
Nicola Zingaretti lo ha detto nel suo discorso di domenica scorsa: il punto politico è di parlare a quelli che non ci sono, non a noi stessi.
Nel III municipio lo abbiamo fatto durante la campagna elettorale di maggio scorso e lo stiamo praticando ora che governiamo.
Contaminare i nostri modi di essere e di pensare la politica, quella che parla ai problemi quotidiani e contemporaneamente afferma valori e principi universali.
Una sinistra che riparta dalle persone, dal loro essere plurale, e quindi capace di rinnovare idee e azioni.
Piazza Grande è mettersi in cammino per incontrare gli altri e per noi vuol dire continuare a contaminare un percorso politico che vuole essere non il nuovo, la novità in sé, ma vuole coinvolgere mondi e pratiche sociali che costruiscono le nuove possibilità di avere ancora un mondo in comune.