Contro la violenza sulle donne

Non apprezzo particolarmente la retorica, spesso demagogica, delle giornate “contro qualcosa” o “a favore di”.
La necessità di una X rossa sul calendario per ricordarsi di una determinata categoria sociale mi fa spavento e dà la misura del grado di civiltà raggiunto.
Indegno.

Oggi, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, utopicamente spero ci vengano risparmiate le canoniche liturgie di adorazione dell’universo femminile, salvo poi, domani, dimenticare tutto.

In questo tripudio di emozioni liquide ed estemporanee che è diventata questa giungla di società io spero si alzi un grido permanente, in sottofondo, che faccia da colonna sonora a una battaglia di civiltà e di parità che è quella del LAVORO.
Perché l’emancipazione, la sicurezza e la libertà di una donna, ma anche di un giovane o di un qualsiasi essere umano partono sempre da un’occupazione che dia reddito.

In Italia lavora solamente il 47% delle donne.
Partiamo da qui?

(Ah, per coloro che hanno ammonito il mondo terreno con la mirabolante teoria gender oggi è un’occasione d’oro per rimanere in silenzio)

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