Fare paragoni tra realtà profondamente diverse l’ho sempre trovato un esercizio di stile, però, stavolta, lo confesso, ci sto cadendo con tutte le scarpe.
Italia e Grecia.
Senza bisogno di fare classifiche al ribasso su quale popolazione viva peggio va sottolineato il solco che, al di là delle cravatte d’etichetta, si sta scavando tra Renzi e Tsipras.
Uno, il nostro, nato incendiario rottamatore morto pompiere squinziano.
L’altro, il loro, nato borghese sta morendo operaio.
Non si poteva (può) che vedere la ricetta di Syriza come degna di attenzione, dirompente sì ma logica e conseguenziale. Oltre che innovativa.
Una risposta diversa a quelle già fallimentarmente attuate che, tornando all’esercizio di stile iniziale, sarebbe potuta anche tornare utile in scala tricolore.
E invece no, mi trovo costretto a sentire un premier, il nostro, che si affretta a far sapere al mondo che la BCE ha fatto bene a tagliare le gambe alla Grecia.
Capito? La disillusione deve restare il nostro faro;
Non sia mai che riuscissimo ad alzare un po’ la testa.