Nella giungla dei diritti mancanti e mancati si insinua qualcosa di peggio.
Nel concetto semplicistico di “guerra tra poveri” non viene reso appieno, secondo me, lo stato delle cose.
Partiamo da quella percezione, ormai divenuta culturale, che i diritti siano superati e, in un escalation di liberismo, siano evoluti nella poco nobile concezione di “privilegi”.
In una concezione del welfare un po’ poco estensiva e un po’ molto restrittiva.
E’ consequenziale che in un sistema del genere si arrivi ad una concorrenza sociale che porta ad una rivendicazione di un diritto sulla pelle dell’altro.
Non ci si batte per rivendicare diritti per tutti ma, anzi, ci si arrabbia per una concessione (…) fatta a X perché, magari, secondo una strana logica, toglie una possibilità a Y.
E’ così sulle utenze delle case popolari, è così sulle case popolari, è così sulle case occupate, è così sulle unioni civili, è così sugli immigrati a cui vengono garantite “agevolazioni”, è così sui rom a cui “lo Stato dà un sacco di soldi”.
Questa visione, alimentata e fomentata dai soliti professionisti dell’acchiappo elettorale, da personaggi spaccia paure e da una stampa connivente pronta a tutto tranne che al rispetto della deontologia, si è ormai sedimentata trasversalmente in ogni angolo di comunità.
Hanno seminato da tempo: per Borghezio, Salvini e altri rifiuti organici è tempo di raccolta.
E queste lotte al degrado, amici miei, altro non sono che i frutti. Marci.
Sarebbe poi il caso, quando magari ci asciughiamo la bavetta, che qualcuno si soffermi sulle politiche vergognose messe in atto in questi anni sul fronte dell’accoglienza, dell’inclusione sociale e sul contrasto alla povertà.
Solo dopo però, quando ci troveremo a piangere un morto.
Un morto bianco, che quello nero c’è già stato.
interessante quello che scrivi e il come come scrivi! Ti seguo volentieri!
Ti ringrazio tanto, Elena!
Anche io ti seguo volentieri, molto simpatica. 🙂