Stelle cadenti

Roberta Capoccioni, la presidente del III Municipio, nel quale ho la fortuna di risiedere, è finalmente stata sfiduciata con il voto di 13 consiglieri su 25.

Cade dunque la giunta M5S dopo mesi costellati da slogan, foto e peggioramento dei servizi generali.

Un municipio di 220mila persone in balia di se stesso, che certifica -semmai servisse ulteriore conferma- come non ci si possa improvvisare amministratori locali e quanto, invece, ci vogliano anni di contatto con il territorio, con le persone e con i loro problemi per poter governare.

Mi auguro vengano indette al più presto elezioni municipali, magari il 3 Giugno, insieme all’altro municipio caduto, Garbatella, e soprattutto che sia l’occasione per la politica romana e municipale di ragionare sulle battaglie perse e su quelle da vincere.

Insieme.

Minnitismo

Ho detto alle donne di vestirsi con decenza così evitano di farsi stuprare: minnitismo.

Ho detto agli adolescenti di smetterla di essere bullizzati a scuola: minnitismo.

Ho detto ai gay di smetterla di volersi bene perché dopo vorranno sposarsi e prevedo guai: minnitismo.

Ho detto ai poveri di smetterla di esserlo perché potrebbero dar fastidio al decoro urbano: minnitismo.

(No aspe’, questo è successo sul serio)

To be continued…

Su Quarto

Lo scricchiolio del mito di onestà del Movimento 5 Stelle dopo la vicenda di Quarto, comune di Napoli nel quale pare sia stata eletta una sindaca pentastellata con i voti della Camorra, poteva essere una buona occasione per elevare il dibattito pubblico appiattito sull’effimera linea dell’onestà della rappresentanza politica, baluardo del Movimento e portatrice del voto di protesta che rifornisce quell’enorme bacino elettorale rappresentato dal cittadino provato dagli scandali.

Dispiace invece costatare che altri schieramenti politici, più o meno grandi, rimarchino, dietro il presunto squarcio del velo dell’ipocrisia, un’uguaglianza al ribasso, una disonestrà trasversale, senza colore.
Continuano a fare un gioco che inevitabilmente, almeno a breve termine, perderanno.
Perché è vero che il germe della corruttela è, purtroppo, annidato nell’essere umano ma sarà sicuramente meno evidente in un movimento giovane e nuovo che in partiti secolari con le proprie file incancrenite da personaggi impresentabili.

Sfidarsi sui programmi, sulle presunte lungimiranze di governo, sulle idee pare davvero troppo per costoro.

Né destra né sinistra?

Per me il punto, al di là della dialettica interessata di chi ha sacrificato sull’altare del partito pigliatutto la distinzione semantica tra destra e sinistra, è che negli ultimi anni sono state puntualmente attuate politiche di redistribuzione del reddito verso l’alto anziché verso il basso.

Allargando la forbice della disuguaglianza.

Non è giusto, né responsabile, né “centrale”, come piace a Nardella.
E certo, neanche di sinistra.

Televendite

Governare Roma ai tempi della crisi, governare una città che si regge da anni su un sistema mafioso e criminale, governare una città straziata da una cittadinanza imbarbarita dovrebbero essere le principali preoccupazioni della classe politica che si propone di governare.

E qualsiasi illuminato e sbandierato ragionamento politico pre-elettorale sulle periferie romane che non sia concretamente suffragato da massicci investimenti governativi deve essere cassato con ignominia ed elettoralmente perseguito.

Sogno una politica che non venda pentole acciaio inox.