Tra le cose più belle della politica ci sono i rapporti che si creano.
Legami che attraversano gli anni e che continuano a consolidarsi nell’impegno comune.
Marta Bonafoni, insieme alla comunità di POP che ha saputo mettere in piedi, è l’esempio di uno di quei legami.
In questi anni abbiamo provato, da Roma alla Regione, a far star meglio le persone, amministrando i territori e facendo politica, senza risparmiarci, con la forza delle nostre idee e con i nostri valori: l’ecologia, il progresso sostenibile, la cooperazione, la giustizia sociale, i diritti, il femminismo, l’antifascismo.
Per non dilapidare questo patrimonio bisogna vincere la Regione Lazio e soprattutto farlo con le persone giuste.
Marta è candidata alle elezioni di domenica 12 e lunedì 13, nella Lista Civica D’Amato Presidente per Alessio D’Amato e riportarla in consiglio regionale significa continuare ad avere la certezza dell’impegno per il bene delle cittadine e dei cittadini del Lazio.
Da più di 25 anni il Centro Diurno e la casa famiglia “Fratelli Lumiére” conosciuti anche come “Il Casaletto” ci rendono orgogliosi.
Inclusione, impegno, radicamento e apertura al territorio sono il tratto distintivo di un’esperienza da preservare: trekking, cineforum giardinaggio con scuole e associazioni, laboratori e tanto altro rappresentano un esempio di integrazione socio-sanitaria di eccellenza sul nostro territorio perché vanno a ridurre significativamente lo stato di isolamento in cui molte persone con disabilità e in condizioni di fragilità sono spesso costrette a vivere.
Dopo la mobilitazione del III Municipio, della Commissione Sanità Regionale, del Terzo Settore, dei Sindacati e delle circa 1500 persone che hanno firmato la petizione, Roma Capitale -che qualche mese fa aveva rimesso quest’enorme esperienza in discussione- ha finalmente accolto le richieste e oggi siamo davvero felici della sottoscrizione del protocollo di intesa tra Roma Capitale e Asl Roma 1 che farà proseguire questa bella storia.
Dopo quasi 12 anni è finalmente arrivata una svolta sulla Palestra Popolare Valerio Verbano.
La firma dell’accordo tra Ater, Regione Lazio e attivisti e attiviste della palestra, porta finalmente al formale riconoscimento dell’associazione Asd Tufello Combat che ha gestito la palestra fino ad ora.
L’assegnazione dello spazio a chi ha creato dal nulla un progetto di welfare sociale, sport e aggregazione, rappresenta un risultato della buona politica.
Continuare a garantire al quartiere Tufello e all’intero municipio tutto ciò che rappresenta la palestra Valerio Verbano, è un esempio di collaborazione tra enti ed istituzioni, a partire dall’approvazione in Consiglio Regionale dell’emendamento a firma della Consigliera Bonafoni sul recupero e la rifunzionalizzazione dei locali tecnici, destinati ad attività socioculturali e sportive con finalità sociali.
Toccare con mano che è possibile, anche a Roma, soprattutto in questo periodo, valorizzare esperienze di aggregazione, rappresenta un’importante buona pratica.
Grazie alla Regione Lazio per averci creduto e un augurio di buon lavoro all’Asd Tufello Combat per i vent’anni di lavoro, mutuo soccorso e solidarietà che hanno davanti.
Per moltissimo tempo si è negato che a Roma esistessero fenomeni mafiosi. Nella capitale invece le mafie esistono, fanno grandi affari e condizionano la nostra vita all’interno dei municipi.
Per capire la mole di questi loschi traffici basta dare un’occhiata ai numeri contenuti nel IV Rapporto Mafie nel Lazio della Regione Lazio: lo scorso anno a Roma sono state condotte dalle forze dell’ordine 3349 operazioni con conseguenti 3511 arresti e sequestro di 2004,861 kg di hashish, 378,631 kg di cocaina, 53,718 kg di eroina e 3,605 kg di droghe sintetiche. Sono state sequestrate 679 particelle di beni immobili e confiscate 313 aziende.
Il numero delle organizzazioni criminali nel Lazio è cresciuto in questi ultimi anni. I clan che risultano tuttora attenzionati dall’attività investigativa-giudiziaria sono 103 mentre sono 62 i clan non citati in indagini da almeno quattro anni, che non è detto non siano ancora attivi.
I nomi delle famiglie, dei clan e dei gruppi criminali presenti sul suolo della capitale penso sia necessario farli, perché non si può chinare la testa di fronte ad alcun tipo di sopruso, figuriamoci quello di stampo mafioso o criminale. • Camorra: Clan Senese, Clan Moccia, Clan Cozzolino, Clan Zaza, Clan Mazzarella, Clan Contini, Clan dei Casalesi, Clan Pagnozzi, Clan Giuliano, Clan Iovine. • ‘Ndrangheta: Clan Gallace, Clan Molè, Clan Pelle, Clan Nirta, Clan Pizzata, Clan Farao-Marincola, Clan Morabito-Bruzzaniti-Palamara, Clan Mollica, Clan Alvaro, Clan Mazzagatti, Clan Barbaro. • Cosa nostra: Clan Santapaola, Famiglia Fragalà, Clan Rinzivillo, Famiglia Cannizzaro. • Sacra corona unita: Clan Cellamare. • Organizzazioni con caratteristiche affini alle associazioni mafiose: Clan Fasciani, Clan Spada, Clan Casamonica, Clan Eye, Clan Aye, Ex Banda della Magliana, Gruppi albanesi, Gruppo Buzzi-Carminati, Clan Cordaro, Ladri in legge (Clan Georgiani),Famiglia Gambacurta (Montespaccato), Gruppo Nicitra (Primavalle). • Altre organizzazioni criminali con spiccata affinità al controllo del territorio: Famiglia Domizi, Famiglia Mazza (Primavalle), Famiglia Damiani-Fabietti, Gruppo Careddu, Famiglia Sparapano, Gruppo Capogna, Gruppo Monterisi, Gruppo Grillà già Gruppo Crescenzi, Gruppo Tei, Gruppo Rondinone (Tor Bella Monaca), Famiglia Primavera, Gruppo Papillo, Famiglia Cimmino, Famiglia Cataldi (San Basilio), Famiglia Sgambati, Gruppo Proietti-Galletti (Monteverde), Gruppo Sibio (Casilina-Ostia-Casal Bernocchi (X Municipio), Gruppo Esposito (Ostia), Gruppo Pignataro-Fabio (Ostia), Famiglia Guarnera (Acilia) e Famiglia Zioni (Primavalle).
Di emergenze nel paese e in città ne abbiamo tante, ma se c’è qualcosa che ne altera così profondamente la vita democratica all’interno, distorcendo le regole economiche, sociali e culturali quello è proprio il fenomeno mafioso.
Una grande notizia quella della riattivazione nel 2021 della fermata di Val D’Ala a Conca D’oro, snodo di trasporto fondamentale per tutto il quartiere. Al termine dei lavori un treno ogni ora garantirà ai passeggeri una connessione veloce con la stazione Tiburtina, raggiungibile dalla fermata di Val D’Ala in un tempo stimato di 5 minuti. L’offerta potrà essere ampliata fino a quattro convogli ogni sessanta minuti per una capacità complessiva di 3.200 posti a sedere.
La promozione di sistemi maggiormente efficienti di mobilità urbana che vadano a incidere sulla vita della cittadinanza, migliorando l’accessibilità alla città e alle sue articolazioni, riducendo contestualmente l’impatto sulla qualità dell’aria e aiutando i cittadini a rinunciare alla propria auto privata è la stella polare di ogni buona amministrazione.
E’ importante sottolineare la sinergia che si è creata tra la Regione Lazio, il Municipio e Rete Ferroviaria Italiana, con l’impegno costante da parte di tutti gli attori istituzionali di arrivare alla riapertura della Stazione. La buona politica lavora per migliorare la vita delle persone, lontano dal chiasso e dalla propaganda.
Ci sono € 1.547.110,60 nel portafogli della Sindaca Raggi.
Risorse da spendere in progetti e azioni di contrasto alle tossicodipendenze -come da stanziamento DGR 136/2014 della Regione Lazio– che non vengono impiegate tranne che per mantenere in vita l’Agenzia Capitolina sulle Tossicodipendenze, una struttura che ha chiuso le proprie attività progettuali, che continua ad occupare uno spazio a due passi dal Pigneto senza dare servizi, e che non pubblica i propri bilanci da anni.
Quando in III Municipio abbiamo bocciato il Progetto Scuole Sicure, ad oggi fallito, abbiamo ritenuto che la funzione repressiva non potesse sostituire la funziona educativa, soprattutto se fatta in maniera tanto casuale come era previsto nel progetto Salvini-Raggi.
Ci sono queste risorse, tra l’altro molto più ingenti, messe a disposizione dalla Regione per salvaguardare la funzione educativa e per contrastare il problema alla radice.
In controtendenza alle parole date in pasto ai giornali da una politica parolaia e speculatrice, a cui la Sindaca pare essersi adeguata, si è in grado di utilizzare questi fondi per attuare progetti e azioni di contrasto allo spaccio e all’uso di sostanze stupefacenti sulla città di Roma Capitale come da delibera regionale oppure elettoralmente è più conveniente soffiare sul fuoco delle paure e piangere al momento opportuno?
Così in una nota Matteo Zocchi, Capogruppo della Lista Civica Caudo Presidente in III Municipio
La speranza disperata che non accada ciò che raccontano i sondaggi, ultimamente meno attendibili di Paolo Fox, somiglia molto a quella di un cieco su un marciapiede romano.
La marea nera monta incessante e tra qualche mese conteremo i superstiti.
Sarà interessante, soprattutto per noi necrofili della politica, vedere le lacrime amare dei “buoni” che si prodigheranno in mea culpa ipocriti e insinceri, e che nel frattempo serreranno le file pronti a risbagliare ancora, allo stesso modo, a risbagliare peggio.
Io non so cosa farò domani nell’urna con la scheda gialla e quella rosa, sono molto più vicino a farmi il segno della croce più che la croce su un simbolo.
So, però, cosa farò con quella verde, quella della Regione Lazio, perché ho avuto la fortuna di vedere all’opera un’esperienza di normalità e di buona politica, un’esperienza in controtendenza nel desolante panorama nazionale: voterò la Lista Civica Zingaretti Presidente, piena di esperienze, di competenze e di amici.
Scriveró Marta Bonafoni e Gino De Paolis, due persone perbene che ho imparato a conoscere e ai quali mi sono affezionato. Marta, attenta e preparata, Gino, appassionato e schietto, due modi di essere che uniti sapranno fare la differenza come d’altronde hanno già fatto in questi anni.
E invito a fare altrettanto tutti coloro che continuano a crederci e a sperare, come me, nonostante le delusioni e le arrabbiature, perché del buono c’è e va preservato.
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