Non sia mai

Il COISP, Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle forza di Polizia: “Se si vogliono sondare le ragioni di certe sciagure si guardi prima di tutto altrove, magari in famiglia“.

Il SAP, Sindacato Autonomo di Polizia (gli stessi che applaudirono i carnefici di Federico Aldrovandi): “Se uno conduce vita dissoluta ne paga le conseguenze“.

Solidarietà alla famiglia Cucchi costretta a subire anche questo.

L’abc

indexMario mangia la mela.
– La mela è mangiata da Mario.
Mario compra la mela con i soldi che guadagna attraverso il proprio lavoro.
– Senza soldi Mario non può comprare la mela –> Senza lavoro Mario non mangia.

Senza soldi, senza lavoro, senza mela, Mario oggi viene pure menato.
Carica di contenimento” la chiamano in questura.
Gli hanno menato.

Qualcosa evidentemente non va.

Questo avviene quando Matteo -maledetta la mamma che gli ha dato ‘sto nome- Pina e tanti altri attuano l’opera che finora gli è riuscita meglio: la dissociazione dalla realtà.

Diciamo a Matteo, a Pina e ai tanti altri che la dissociazione compare quando cominci a frequentare finanzieri creativi poco scrupolosi che invitano, da pulpiti costruiti poco prima, a straordinarie innovazioni normative in termini di diritto del lavoro o quando cominci a frequentare ideatori di buone idee gastronomico-affaristiche che si perdono in salari poco congrui e condizioni di impiego un po’ precarie, o anche quando cominci a frequentare autori di libri essi stessi poco a contatto con la realtà, immersi in una tutta loro fatta di coccole, tenerezze e decadimento di sfere altrui.

La dissociazione non comparirebbe, o comunque essendo soggetti a rischio apparirebbe molto più blanda, se si prestasse orecchio e si desse priorità al grido di angoscia di Mario (oggi menato), operaio delle Acciaierie Terni-Ast, di Annarita, lavoratrice di Italia Alimentare a Frosinone, di Roberto, operaio della Titan Italia in Emilia o dei tanti uomini, donne, bambini, anziani, di quel milione e mezzo di persone della piazza di sabato che la mela proprio non ce l’hanno.
Né l’avranno.

Forse bisognerebbe ricordare a Matteo e a Pina che il paese reale non è la Leopolda, non è la Silicon Valley, non è Picerno-Land.
Nella realtà autocelebrativa, ovattata, costruita di questi mondi lontani faticherebbe anche i migliori statisti.
E direi che non è questo il caso.

E superiamo, anzi vi prego, dimentichiamocelo proprio, tutto lo sterile dibattito su quanto sia diventato di destra il Partito Democratico, che davvero poco interessa, mancando proprio i fondamentali, l’abc.

Si ripartisse da Mario, da Annarita, da Roberto.
E dalle loro mele.

Applausi

Il Sap, il Sindacato Autonomo di Polizia tributa cinque minuti di applausi ai carnefici di Federico Aldrovandi.

Roberto Mancini, il poliziotto che ha combattuto le ecomafie in Campania, ammalatosi in servizio proprio a causa dei veleni respirati in quelle terre intossicate, è morto oggi dopo una lunga battaglia.
Inascoltato per quindici anni, viene promosso alla carica invidiabilissima di sostituto commissario.

Un uomo che gli applausi se li merita(va) davvero.
A lui vanno i miei.

Attitudini

Si parlava ieri sera dei motivi per cui, ultimamente, ad ogni azione debba forzatamente corrispondere una reazione uguale, non necessariamente contraria, probabilmente peggiore.
Un do ut des della cattiveria, mai pago.

In breve, ci si chiedeva perché una più che legittima rivendicazione debba compulsivamente sfociare in violenza antitutto.
[“Che altrimenti il messaggio non arriva”.]
Dev’esserci parecchia confusione sul “Manuale del Piccolo Sovvertitore di Gerarchie Secolari, Ed. 2013-2014″: il capitolo sulla necessità di evitare di “menar le mani” con la celere, avvantaggiando colore e calore non si studia neanche più.
[“Che tanto non lo chiede”.]
Rebus sic stantibus, strategia poco vincente: i cops e la sdamba , neanche a dirlo, non vedono l’ora.
Azioni del genere compiute da personaggi del genere, rientrano nelle opere di misericordia, alla voce: “dare da bere agli assetati”, di cattolica reminescenza.

(Tautologico, pleonastico, ridondante.
Necessario anzichenò.)

Da vittima a carnefice, il passo è sempre più breve.
Fuoriesce con maggiore insistenza quell’attitudine brutale, prima repressa, a passare dalla parte del torto.
In scioltezza.

Esempio aneddotico proprio ieri sera, dal cornettaro di San Lorenzo, ore 3 a.m. :
In seguito a schiamazzi volano bottiglie piene d’acqua dai piani alti.
(…)
C’era una volta il secchio.
O meglio, l’acqua del secchio (che rimaneva ben saldo nelle mani del bestemmiante).

Una volta si era più signori.
Anche nelle reazioni.

ACAB – BACA

ACAB

C’era una volta, in un luogo non troppo lontano, uno studente.
Insieme ai suoi compagni, studiava, coltivava speranze, sognava.
Sognava un futuro che non c’era, qualcuno glielo aveva tolto.
Quel qualcuno era la Politica, responsabile di decenni di smantellamento culturale e impoverimento sociale.
Stanco di tutto, un giorno, dopo l’ennesimo sgarbo, ritenne doveroso manifestare il proprio dissenso:

Manifestò.
Formò un corteo, urlò con tutto l’odio che aveva in corpo, lanciò oggetti e parolacce contro la Polizia, colpevole di difendere le istituzioni (mica come a Torino), scrisse sui muri della propria Università, insultò chi non si univa a lui.

Rovesciò l’ordine istituito.
Delle transenne.

BACA

C’era una volta, nello stesso luogo di prima, un altro studente.
Insieme ai suoi compagni, studiava, coltivava speranze, sognava.
Anche lui c’era cascato, anche lui sognava un futuro che non c’era.
Anche lui stanco di tutto, un giorno, dopo l’ennesimo sgarbo, ritenne doveroso manifestare il proprio dissenso:

Studiò.
Si istruì, sì animò, si organizzò, cercò di migliorare la situazione con criterio.
Partì da se stesso, migliorò il suo comportamento, i suoi rapporti, il suo approccio ai problemi.
Altri lo imitarono.

Rovesciò l’ordine istituito.