DONNE. ZOCCHI-GIORGIO: NUOVO CENTRO ANTIVIOLENZA VALORIZZA RETE TERRITORIALE

MUNICIPIO III “STRUTTURA VERRÀ PRESTO APERTA GRAZIE A FONDI REGIONE”

Abbiamo accolto con favore la presenza odierna nel nostro Municipio della sindaca Virginia Raggi che ringraziamo per la visita al centro antiviolenza che apriremo con i fondi che ha stanziato la Regione Lazio per tutti i comuni del territorio regionale”. Così in una nota congiunta Matteo Zocchi, capogruppo della Lista Civica Caudo Presidente, e Christian Giorgio, capogruppo del Partito Democratico nel Municipio III.

“Il centro – hanno evidenziato – arricchirà la rete del nostro territorio a difesa delle donne in difficoltà, lo farà cercando di creare le migliori condizioni affinché ogni vittima di violenza torni alla vita normale libera da ogni imposizione fisica o verbale”.

“Poter tornare a esercitare il diritto ad autodeterminarsi e a decidere in piena libertà della propria situazione – hanno terminato – è la conditio sine qua non di ogni cittadina del nostro Municipio”.

Non solo tutte ma anche tutti.

L’esperienza della Casa Internazionale delle Donne va tutelata ad ogni costo.

Un luogo attivo e vitale con un valore storico, politico ed economico non può chiudere i battenti per la miopia politico/burocratica del MoVimento 5 Stelle.

La nostra idea di cura e valorizzazione delle esperienze di autogoverno è esattamente all’opposto.

Oggi pomeriggio alle 18 sarò in Campidoglio, prendendomi una pausa dalla campagna elettorale, a manifestare contro la chiusura di questo spazio.

Minnitismo

Ho detto alle donne di vestirsi con decenza così evitano di farsi stuprare: minnitismo.

Ho detto agli adolescenti di smetterla di essere bullizzati a scuola: minnitismo.

Ho detto ai gay di smetterla di volersi bene perché dopo vorranno sposarsi e prevedo guai: minnitismo.

Ho detto ai poveri di smetterla di esserlo perché potrebbero dar fastidio al decoro urbano: minnitismo.

(No aspe’, questo è successo sul serio)

To be continued…

Contro la violenza sulle donne

Non apprezzo particolarmente la retorica, spesso demagogica, delle giornate “contro qualcosa” o “a favore di”.
La necessità di una X rossa sul calendario per ricordarsi di una determinata categoria sociale mi fa spavento e dà la misura del grado di civiltà raggiunto.
Indegno.

Oggi, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, utopicamente spero ci vengano risparmiate le canoniche liturgie di adorazione dell’universo femminile, salvo poi, domani, dimenticare tutto.

In questo tripudio di emozioni liquide ed estemporanee che è diventata questa giungla di società io spero si alzi un grido permanente, in sottofondo, che faccia da colonna sonora a una battaglia di civiltà e di parità che è quella del LAVORO.
Perché l’emancipazione, la sicurezza e la libertà di una donna, ma anche di un giovane o di un qualsiasi essere umano partono sempre da un’occupazione che dia reddito.

In Italia lavora solamente il 47% delle donne.
Partiamo da qui?

(Ah, per coloro che hanno ammonito il mondo terreno con la mirabolante teoria gender oggi è un’occasione d’oro per rimanere in silenzio)