Quel giornalismo che pubblica i video e le foto dei morti, gli audio delle sparatorie, il sangue, i particolari macabri, le modalità della morte è un’azienda alla ricerca ossessiva del dolore e della paura.
Talvolta è lo stesso giornalismo che si indigna con il ditino puntato contro Salvini e altri, rei di speculare sui morti.
Uno economicamente e gli altri elettoralmente fanno esattamente lo stesso mestiere.
Due facce della stessa, ripugnante, medaglia.